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potenza del power bank

Ormai chiunque abbia uno smartphone o un tablet non può fare a meno di usarlo: il power bank al pari di altri dispositivi portatili è diventato un must have per chiunque teme che i propri dispositivi mobile abbiano bisogno di una ricarica in più durante la giornata. Vediamo come scegliere il power bank che più fa la proprio caso. Diciamo la verità: quante volte è capitato di correre qua e là per l’aeroporto o la stazione dei treni in cerca di una miracolosa presa elettrica perché lo smartphone si era improvvisamente spento?

Una paura che è capitata a tutti infatti, è quella di non arrivare a fine giornata con lo smartphone acceso e allora qualcosa bisognava pur fare per permettere a chi non ne aveva la possibilità di ricaricare senza presa elettrica il proprio dispositivo mobile, ed ecco che è spuntato fuori il power bank. Il power bank non è altro che l’ennesimo dispositivo portatile che va ad affiancare i già esistenti tablet e smartphone diventando il miglior alleato quando uno dei due inizia a cedere e si scarica lentamente. La prestazione del power bank dipende tutta dalla sua capacità e trovare il miglior power bank quello più adatto alle proprie necessità di ricarica non è poi impresa molto semplice, perché se dapprincipio si nota la capacità, poi si vorrà un power banck che dimostri anche ergonomia e praticità e maneggevolezza, insomma il power bank perfetto.

Il power bank è formato da un circuito interno, meglio noto come Battery Management System (BMS) che ha il compito di assolvere varie funzioni di protezione e sicurezza quali la overvoltage, la undervoltage, over temperature e altro, oltre alla normale protezione da corto-circuiti e presentare l’indicazione dello stato di carica attraverso un led o un display apposito. Questo tipo di circuito ha un assorbimento proprio, il che significa che implica una riduzione della capacità della batteria interna. Ciò significa che il valore dichiarato della batteria di un power bank non risulta mai realmente veritiero dato che il power bank deve alimentare il dispositivo sotto carica e se stesso. Il circuito interno assorbe a seconda della sua stessa efficienza e dell’energia che è capace di trasferire all’altro dispositivo. Una prima regola per scegliere un power bank efficiente e dalla buona ricarica è quella di valutarne uno che possieda una capacità almeno del 20% maggiore rispetto a quella del dispositivo per cui si intende comprare il power bank.

Le caratteristiche del power bank

C’è anche da considerare che se si compra il miglior power bank per un dispositivo che si usa già da un po’ di tempo la sua batteria interna non avrà più la stessa capacità di quando il dispositivo era nuovo e quindi ciò implica che in questo caso basterebbe un power bank di capacità inferiore. nonostante ciò, è sempre preferibile ridimensionare la scelta del dispositivo di ricarica prendendo in considerazione anche altri fattori altrettanto importanti come l’ergonomicità, le dimensioni, la possibilità di poterlo portare con sé ovunque per la leggerezza del peso e quindi essere guidati nell’acquisto anche da un certo confort che il power bank dovrebbe assicurare.

friggitrice il buono di essere italiani

Quando si ha voglia di patatine fritte non si può resistere al gustoso richiamo e allora si scalda l’olio in padella per poter versare le patate surgelate: peccato che il risultato non sempre rispecchi le aspettative e non si ottengono sempre patatine fritte da fast food. Oggi questo problema si risolve facilmente con la friggitrice. Per fortuna che le gustose patatine fritte e qualsiasi tipo di fritto oggi possono essere cotti a casa proprio come nel fast food grazie alla friggitrice: evviva il progresso tecnologico che ha permesso alla friggitrice da fast food di entrare prepotentemente nelle case degli italiani e riservarsi il suo posticino in cucina. La friggitrice, infatti, oggi risulta effettivamente comoda se si ha lo sfizio di preparare qualche fritto in casa da soli, ecco perché è conveniente usarla al posto della solita padella che non assicura mai il risultato desiderato.

Oggi poi la friggitrice è diventata anche adatta alle persone che vogliono le patatine fritte ma senza olio, inoltre è un elettrodomestico che non sporca e non lascia gli stessi odori di fritto della padella. Quando si desidera una buona frittura, infatti, è necessario che l’olio sia stabile ovvero che non raggiunga mai il punto di fumo il che con la normale padella avviene spesso perché si attende che l’olio si scaldi senza pensare che troppo caldo l’olio può essere tossico per il nostro organismo. La friggitrice invece, permette di scaldare l’olio alla giusta temperatura, però bisogna saper scegliere anche l’olio dato che ci sono oli ad alto contenuto di acidi grassi che vanno particolarmente soggetti al punto di fumo e quindi anche se usa una friggitrice moderna è sempre meglio informarsi e stare attenti al tipo di olio per frittura che si usa, altrimenti si rischia di vanificare il risultato della frittura stessa anche con una friggitrice ottima.

Chi usa spesso la friggitrice professionale sa come deve essere cotta e fino a che punto la frittura è ancora fragrante e soprattutto che tipo di olio per friggere usare: come detto qui l’attenzione va posta al punto di pirolisi che l’olio può raggiungere più facilmente in padella, dove non si riesce a tenere troppo la situazione di fumo sotto controllo, mentre la friggitrice oggi offre la possibilità proprio di regolare l’olio alle giuste temperature.

Come scegliere l’olio per la friggitrice

L’olio per friggitrice va scelto a seconda della quantità di acidi grassi presenti che determinano le temperature ideali per i diversi tipi di oli, basti pensare che in base alla diversità dei semi, di mais o di arachidi, e della stagione in cui l’olio viene raccolto è possibile avere delle leggere differenze. E se è facile ottenere una buona frittura grazie a una friggitrice ad hoc, bisogna anche saperla tenere con cura e curarsi della sua manutenzione anche se fa parte di quelle friggitrici che non sporcano e non ungono le pietanze.

Chi ha una friggitrice sa bene che non bisogna riutilizzare lo stesso olio di frittura più di 2-3 volte per le diverse fritture perché diventa tossico per l’organismo. Ecco perché almeno se proprio si intende non sprecarlo e usarlo per effettuare 2-3 fritture una dopo l’altro, l’olio migliore da preferire su ti gli altri è quello extravergine di oliva.

importanza dell acido ialuronico

Le donne farebbero di tutto per poter preservare la propria giovane età e non dover contrastare l’avanzare dell’invecchiamento: oggi ormai ci sono mille e uno trattamento per viso e corpo che promettono di soddisfare le aspettative di chi vuole rimanere giovane il più a lungo possibile. In realtà, oggi l’unico rimedio valido è quello a base di acido ialuronico. Oggi l’acido ialuronico è diffusamente utilizzato sia nel settore medico che estetico perché si è rivelato utilissimo per contrastare i primi segni dell’età tanto che sono sempre di più le signore che si sottopongono a trattamenti contro l’invecchiamento a base di acido ialuronico. Questa sostanza diventata in breve tempo una panacea contro le rughe, permette in realtà di rallentare l’avanzamento dell’età e tutti i primi e secondi segnali che si palesano sulla nostra cute.

Chi sperimenta i filler di acido ialuronico già dalle prime sedute potrà ammirare i miglioramenti che avvengono sulla propria pelle, ecco perché le donne di tutto il mondo, comprese le attrici di Hollywood, ricorrono al medico estetico per rimpolpare la pelle di viso e corpo con questi trattamenti e stirare le rughe di viso e collo, quelle più immediatamente evidenti. Per sfruttare infatti i benefici acido ialuronico, bisogna per forza rivolgersi a un professionista della medicina estetica che è l’unico autorizzato a eseguire certi trattamenti: nemmeno l’estetista più qualificata può effettuare i filler di acido ialuronico, solo il medico esperto può regalare una pelle più tonica e levigata alle sue clienti. Per questo molte estetiste lavorano direttamente affianco a professionisti per incrementare il traffico di clienti del loro centro estetico.

Il filler quindi, serve per contrastare e rallentare i primi segni di invecchiamento: la possibilità di effettuare tali trattamenti ormai è a portata di tutti, anche dei maschietti e infatti molti sono anche gli uomini che cedono ai filler di acido ialuronico per riempire quegli antiestetici solchi causati da profonde rughe presenti sul viso, mentre le signore adorano i filler che permettono di rimpolpare labbra e zigomi. L’acido ialuronico è diventato di diritto il più grande alleato delle donne nella lotta contro l’invecchiamento, eppure non è scontato che i filler di acido ialuronico possano essere effettuati su tutti, infatti c’è chi, dopo la prima seduta, non è stato entusiasta del risultato ottenuto: in realtà, ognuno di noi ha cellule della pelle diverse che ovviamente reagiscono in modo diverso ai trattamenti a cui vengono sottoposte. In molte donne e molti uomini i filler di acido ialuronico possono non sortire alcun effetto oppure la pelle può rispondere in modo anomalo con reazioni di intolleranza e di allergia agli ingredienti presenti nel mix del filler.

Quando l’acido ialuronico combatte il tempo

La reazione della pelle, quindi, si dimostra diversa a seconda dell’individuo e se il filler è andato male non dev’essere per forza colpa del medico che l’ha effettuato, per cui è possibile che la causa sia legata alle siringhe di acido. Le siringhe che si usano per questi trattamenti, infatti, presentano degli aghi particolarmente fini proprio adatti a far sì che l’iniezione venga effettuata in modo che l’acido ialuronico penetri nel profondo della pelle, ecco perché devono essere eseguite da un professionista che studia appositamente il modo in cui vanno fatte. Il trattamento in genere garantisce grandi risultati, ma bisogna tener presente che non sono permanenti né definitivi, e che bisogna ripeterli ciclicamente per mantenere il risultato ottenuto.

come si usa il rossetto

Adorato e molto usate dalle donne di tutto il mondo, il rossetto rappresenta da sempre il simbolo della femminilità. Adatto per ogni occasione, dall’ufficio alla serata romantica, il rossetto è anche un’icona di seduzione, che permette di modificare il colore e la forma delle proprie labbra per renderle più sensuali e appetibili. Vediamo come nasce e come si usa il rossetto.

Perché il rossetto seduce?

Ormai basta affacciarsi in profumeria per essere attorniate da migliaia di tipi di rossetto, di colori e marche differenti, ma tutti con la stessa promessa di seduzione. Il rossetto, infatti, è un simbolo di seduzione per eccellenza e viene indossato dalle donne in qualsiasi tipo di occasione, dato che oggi ne esiste uno adatto a ogni esigenza. In genere, si distinguono tre tipologie di rossetto: il lipstick, il lucidalabbra o lipgloss, e il rossetto opaco. Qual è la differenza? Il lipstick è il rossetto più comune e usato, il lipgloss è un tipo più liquido e cremoso che si applica con un pennellino, mentre il rossetto opaco viene indossato per far apparire più piccole le labbra troppo grandi grazie ai pigmenti compatti di cui è composto.

Il rossetto opaco, quindi, sembrerebbe andare contro corrente rispetto al desiderio di ogni donna di avere labbra carnose e seducenti alla Angelina Jolie: tutte le donne, infatti, pretendono che il rossetto faccia risaltare le loro labbra, le renda più appetibili e più seducenti. Se l’applicazione del rossetto serve a rendere una donna più seducente, forse si potrebbero evitare quegli inutili interventi chirurgici specialmente che riguardano le labbra, dato che il rossetto permette di avere delle labbra carnose e belle in maniera “quasi” naturale. Ovviamente l’effetto seduzione dipende anche molto dall’uso che se ne fa, per questo non si smette mai di imparare trucchi del mestiere.

Quali sono i trucchi per applicare bene il rossetto?

Per applicare il rossetto sulle proprie labbra è possibile usare direttamente lo stesso corpo del cosmetico che fuoriesce dall’astuccio, altrimenti si può ricorrere a un pennellino sottile. Il lipgloss, per esempio, si può applicare direttamente con il pennello contenuto nella stessa confezione, ma si tende a passarlo dopo una prima applicazione base di rossetto per ottimizzarne la tenuta e la resa. Il lipgloss, infatti, si può scegliere in un colore simile o uguale a quello del rossetto, oppure in una tinta neutra che permette di usarlo come un lucidalabbra. Quando si applica il rossetto, se non si è troppo pratiche e non si vuole incorrere in errori fin dall’inizio, è preferibile disegnare i contorni delle labbra con una matita neutra o di una tonalità più scura o più chiara del rossetto che si intende usare.

Con la matita si dovrà avere però, la furbizia di ingrandire le labbra di un paio di millimetri: se le labbra sono particolarmente piccole e strette, è consigliabile usare una matita più scura del rossetto, se le labbra sono troppo grandi e le si vuole rimpicciolire è possibile ricorrere ai rossetti opachi. Se l’applicazione del rossetto dipende da quella della matita allora meglio far pratica: in genere, si inizia col tratteggiare il labbro superiore e poi quello inferiore, partendo dal centro e poi dai lati in modo da unirli in un’unica linea compatta. Quindi si passa con decisione il rossetto sia sulle labbra superiori che su quelle inferiori, e per farlo durare di più, dopo la prima applicazione, si consiglia di passare della carta velina sulle labbra per togliere il colore in eccesso, mentre per fissarlo serve un velo di cipria prima di procedere con una seconda applicazione

estinzione animale ecco chi e in pericolo

Forse non sapete che esiste un vero e proprio elenco di tutte le specie animali da dover proteggere dal rischio dell’estinzione, animali che vanno salvaguardati sia per tutelare la catena alimentare che l’ecosistema ambientale, vediamo quali sono le nuove specie entrate a far parte di questa lista.

Perché è importante proteggere gli animali migratori

Animali a rischio estinzione sembra che ce ne siano sempre di più e troppe sono le specie che l’uomo ha il dovere di tutelare per non rischiare di far torto al pianeta e al suo ecosistema. Recentemente sono state introdotte in questa già lunga lista di animali in pericolo estinzione, altre trentuno specie sono entrate ufficialmente nella ‘lista di Schindler’ dell’estinzione redatta dagli esperti del Conservation of Migratory Species of Wild Animals, ovvero l’organismo dell’ONU che si occupa della salvaguardia della fauna selvatica terrestre, acquatica e aerea. Queste nuove specie riconosciute in pericolo sono state introdotte in lista dopo una lunga settimana di accesi dibattiti: i novecento delegati presenti hanno confermato come gli animali migratori siano diventati il simbolo degli innumerevoli problemi che ci attanagliano.

Nelle trentuno rientrano squali, mante, e pesci sega, l’orso polare, la balena dal becco d’oca, la gazzella dalla fronte rosse e l’otarda. Tutelare queste 31 nuove specie è decisivo per la conservazione dell’ambiente, non per niente la salvaguardia degli animali migratori rappresenta da sempre uno dei problemi più importanti e di massima priorità soprattutto oggigiorno. Basti pensare all’inquinamento dei mari e degli oceani a causa dell’enorme quantità di materiale platico che si trova depositato sul fondale marino, o anche ai recenti cambiamenti climatici cui si è assistito, senza dimenticare il problema del bracconaggio e dello sfruttamento costante ed eccessivo delle risorse. Il cambiamento continuo dell’ambiente in cui vivono, inoltre, incide profondamente sulla salute di queste specie di animali migratori che si sentono minacciate. La tutela della fauna selvatica è un problema che coinvolge tutti i paesi del mondo, per questo la questione, per essere risolta, va affrontata in modo corale cercando una cooperazione mondiale tra i governi dei diversi paesi del mondo.

Quali sono le nuove specie in estinzione

Ventuno specie di squalo, razza, pesce sega sono stati proposti da Kenya, Egitto, Unione Europea, Isole Fiji, Costa Rica ed Ecuador, la Norvegia ha proposto l’orso polare, mentre per le specie di uccelli migratori sono entrati a far parte della lista di animali a rischio lo scolopacide semipalmato, piovanello beccosottile, Ghiandaia marina,  grande otarda, Cardellina canadensis, la gazzella fronte rossa, Kobus kob. L’anguilla, la pecora Ovis ammon, la tartaruga Caretta Caretta, il falco sacro sono rientrati nella lista a rischio estinzione, mentre il leopardo delle nevi, la saiga e il cammello con due gobbe gioveranno di un’ulteriore protezione promossa da un’iniziativa apposita.

Sono soprattutto gli uccelli migratori a rischiare maggiormente l’estinzione dato che sono facile preda delle trappole poste da cacciatori illegali, che li catturano per poterli rivendere a prezzi alti sul mercato nero o per immettersi nel commercio di animali. Per combattere la caccia illegale e il traffico di animali a rischio estinzione, è necessaria una cooperazione a livello mondiale: intraprendere una collaborazione a livello regionale per proteggere gli animali migratori attraverso le frontiere politiche è una parte essenziale del patto del Conservation of Migratory Species of Wild Animals che si impegna nell’aumento delle leggi a tutela degli animali in estinzione e nella lotta al crimine selvaggio.